Paris 2024 – Il Centro Acquatico di Saint-Denis

Insieme all’Arena Porte de la Chapelle, l’Olympic Aquatics Centre (OAC) è una delle nuove strutture costruite appositamente per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024. Inaugurato lo scorso 4 aprile alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron, dopo i giochi sarà riadattato e aperto alla città entro giugno 2025.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 357
(© architecture VenhoevenCS & Ateliers 2/3/4/, photo: Salem Mostefaoui)

Il committente del Centro Acquatico di Saint-Denis è la Métropole du Grand Paris (una istituzione simile alla nostra “Città metropolitana”), in virtù della sua competenza in materia di realizzazione e gestione di impianti culturali e sportivi di livello nazionale o internazionale.

Giuridicamente, per la sua realizzazione è stato scelto l’istituto della concessione, della durata di 20 anni, concessione che è stata assegnata al raggruppamento guidato da Bouygues Batiment Ile-de-France, del quale fanno parte gli studi di architettura VenhoevenCS (Amsterdam) et Ateliers 2/3/4/ (Parigi).

La posizione del Centro Acquatico è assolutamente strategica, trovandosi all’ingresso autostradale della Capitale e a breve distanza dallo Stade de France. Situato nel cuore della zona di sviluppo di Saulnier, l’OAC fa parte di un’ambiziosa trasformazione urbana volta a creare un quartiere attraente e accessibile, costituendo il fulcro di un vasto parco di 1,5 ettari in cui saranno piantati quasi 450 alberi.

Le fasi “JOP” e “héritage”

Gli spazi del Centro sono progettati per adattarsi a diverse fasi temporali, con una multifunzionalità che consente, se necessario, il funzionamento autonomo di singole parti. In tal modo l’impianto si adatta al numero di visitatori e alle attività in programma potendo funzionare a scale diverse. Le differenti attività (sala ludica, vasca di apprendimento, centro fitness, parete di arrampicata, arena sportiva con calcio a cinque e padel) sono collocate su grandi superfici libere che possono ampliarsi in funzione dello sviluppo delle attività stesse.

A sinistra il livello vasche; a destra il livello tribune, nella versione JOP e (al centro) la variante di una porzione delle tribune nella versione legacy. LEGENDA: 1 – Ingresso; 2 – Amministrazione; 3 – Area calzature; 4 – Spogliatoi; 5 – Vasca apprendimento; 6 – Area vasche sportive; 7 – Fitness; 8 – Fitness FFN; 9 – Vasche ludiche; 10 – Campi di calcetto; 11 – Rampa pedonale; 12 – Tribune fisse; 13 – Tribune provvisorie; 14 – Campi da padel; A – vasca 50 m; B – vasca 25 m; C – vasca tuffi; D – piscina.

Le due configurazioni-tipo previste sono quella per i giochi olimpici (“JOP”) e quella per l’uso “legacy” (o, in francese, “héritage”).

Per ottenere la massima flessibilità d’uso durante il periodo di vita dell’edificio, sono stati separati i diversi flussi dapprima in verticale:

  • livello 0 = ingresso principale = hall = contatto con il piano terra della nuova area urbana;
  • Livello 1 = livello delle grandi piscine;
  • Livello 2 = livello del pubblico con accesso diretto alla tribuna: questo livello è alla stessa quota della piazza superiore dello Stade de France, che collega i due edifici sportivi attraverso il cavalcavia pedonale realizzato sopra l’Autostrada A1.

Nella configurazione “legacy” l’ingresso principale, che dà accesso a tutte le diverse funzioni sportive all’interno dell’edificio, si trova al piano terra, aperto al quartiere. In caso di grandi eventi sportivi, il secondo piano, con il suo spazio che circonda le tribune, è l’accesso principale per il pubblico.

Nella configurazione “JOP” è essenziale separare la parte anteriore dell’edificio (per il pubblico) da quella posteriore (accesso per tutti gli altri soggetti), per cui la separazione in livelli è l’ideale: il secondo piano è riservato al pubblico e il piano terra è utilizzato per l’accesso alla parte posteriore. In questo modo abbiamo una maggiore flessibilità per dividere i diversi tipi di pubblico della parte posteriore: funzionari, media, atleti e famiglie olimpiche.

Le diverse categorie sono poi suddivise con diversi orientamenti: la parte nord dell’edificio è l’universo degli atleti; la parte sud per gli ufficiali di gara, i media e la famiglia olimpica.

Per fare in modo che ogni categoria abbia un accesso diverso e non si incroci, sono stati posizionati ai 4 angoli dell’edificio dei collegamenti verticali che permettono di avere un ingresso distinto per accedere alle sale di destinazione di ogni categoria.

Nell’edificio sono previsti 3000 posti a sedere fissi e 3000 posti a sedere temporanei. La capacità di 6000 posti a sedere è necessaria solo in occasione di grandi eventi come i giochi olimpici e le competizioni di livello 4 (europeo/mondiale).

Nei 20 anni di utilizzo dell’edificio previsti dalla concessione, è stato previsto che per due volte l’edificio venga nuovamente aggiornato a 6000 posti. Questo ha motivato la scelta di fornire questi 3000 posti in più come soluzione temporanea. Queste tribune sono in affitto e hanno il vantaggio di poter adottare ogni configurazione di tribuna prevista per i media, che si posizionano sulla tribuna sud.

Dopo i Giochi, eliminate le tribune temporanee, al secondo livello si libererà una grande area destinata ad ampliare l’attività sportiva: al momento nella fase di legacy si realizzeranno campi da padel, ma nell’arco di 10 anni potrebbe essere qualcos’altro.

Le vasche sportive sono anch’esse modulabili e polivalenti. Con un fondo e due pontili mobili, si adattano alle differenti esigenze del grande pubblico, delle scuole, degli sportivi, oltre ovviamente a quelle degli atleti olimpici e paralimpici. Per la fase JOP è stata realizzata la configurazione speciale necessaria per ospitare le gare di tuffi contemporaneamente a quelle di nuoto artistico o pallanuoto.

Una vasca di apprendimento è aperta all’esterno e direttamente collegata con la sala sportiva; con 4 corsie di 25 metri, è destinata a scuole, gruppi e grande pubblico, in un ambiente più raccolto.

La parte sud è dedicata a fitness e benessere, con spazi per cardio muscolazione, yoga, danza e meditazione. Vi è presente anche una sala acqualudica, pensata per accostare i più piccoli all’acqua in modo giocoso.

Al livello inferiore (non rappresentato nella pianta riportata in alto) è collocata l’arrampicata sportiva, in diretto collegamento con la hall d’ingresso e il ristorante; è presente con una parete per bouldering, dalle superfici inclinate di modesta altezza e spessi materassi per attutire le cadute.

Materiali e struttura

Lo spirito del progetto è stato quello di utilizzare i materiali giusti al posto giusto, con l’attenzione a usare meno materiale possibile. Nel progetto è la struttura a fare l’architettura.

Il basamento del centro sportivo è realizzato in calcestruzzo e accoglie le fondamenta dell’edificio, compresi gli spazi tecnici e la struttura delle piscine. Per ridurre al minimo i materiali, la struttura in cemento emerge anche come facciata.

Sopra il basamento in calcestruzzo si erge la struttura in legno che avvolge l’arena olimpica. Questa parte è interamente realizzata in legno: struttura, facciata, lamelle frangisole.

Come detto, le facciate dei due primi livelli sono realizzate in calcestruzzo strutturale. Al di sopra di questi, le facciate dell’arena sono realizzate con elementi in legno a nord e a sud, mentre a ovest e a est sono in vetrate completamente autoportanti.

Le lamelle in legno definiscono uno spazio intermedio che permette di proteggere gli spazi esterni e di utilizzarli in diversi modi: durante gli eventi sportivi accolgono e proteggono gli spettatori e nella fase di legacy propongono nuovi spazi per praticare sport (lezioni di yoga, boot camp) o per incontrarsi (terrazze).

Le facciate est-ovest sono costituite da vetrate continue di 75 m di lunghezza massima per 16 m di altezza. Esse chiudono l’area della sala da piscina, cui danno luce, e fungono da cornice per i frangisole, che sono distanziati dalla facciata.

La parete vetrata è costituita da una griglia metallica di montanti e traversi che sostiene i pannelli di vetro. La griglia di montanti è lunga 2,75 metri. Ogni due montanti è presente un sistema di travi reticolari verticali, il cui piano è perpendicolare a quello della facciata. Le membrature di questa trave reticolare sono formate dai montanti della facciata vetrata e dalle grucce che sostengono i frangisole. Le travi reticolari sono completate da puntoni e diagonali. Queste facciate sono ancorate al piede e, in alto, in linea con la trave di gronda. Solo i movimenti est-ovest vengono bloccati e trasmessi al tetto tramite un supporto scorrevole. Questo assorbe qualsiasi movimento verticale importante del tetto.

Le facciate nord-sud sono costituite da timpani in legno, disposti ad angolo e riempiti di isolante (20 cm di vetroresina). Sono rivestite all’esterno con un rivestimento e coronate da una struttura frangisole.

La copertura poggia su travi di legno di soli 55 cm di spessore su una luce che arriva a 90 metri, posate a 105 cm di distanza l’una dall’altra, a loro volta supportate da tiranti obliqui in legno lamellare.

Ad ogni estremità dell’edificio, le catene sono posizionate su una ventina di grandi travi in legno lamellare da 10,50 m x 60 cm, fissate ad angolo e dotate di raccordi molto complessi (viti da 1 a 1,50 m), per mantenere le 70 t di tensione in ogni catena. E, naturalmente, un tirante metallico per evitare che il tutto si ripieghi verso le banchine.

Al centro dell’edificio si trova il trampolino di 10 m di altezza, a cui va aggiunto un vincolo di 5 m senza ostacoli, creando una sorta di rigonfiamento del tetto. Il tetto scende poi leggermente verso le facciate – per permettere all’acqua piovana di defluire – e si alza verso le estremità dove si trovano le gradinate, i cui punti più alti si aggirano intorno ai 20 metri. Il risultato è una pendenza del 38%, unica al mondo: ce n’è una in Canada, ma non è mai stata realizzata su una campata di 90 metri.

Sostenibilità

Il principio di un design sostenibile prevede che i materiali utilizzati siano selezionati con cura in termini di qualità, quantità e origine, ma soprattutto per la loro capacità di ottimizzare il ciclo di vita.

La priorità è data ai materiali di origine biologica. La struttura interamente in legno riduce gran parte delle emissioni di CO2 rispetto all’acciaio e al cemento. Se l’edificio viene demolito, il legno della struttura può essere riutilizzato in altri progetti senza alcuna perdita di qualità o valore.

L’85% dell’energia proviene da fonti rinnovabili e recuperate e il 50% dell’acqua utilizzata viene recuperata e riutilizzata.

Anche i rifiuti vengono riciclati e riutilizzati: tutti i sedili delle tribune permanenti sono realizzati al 100% in plastica riciclata. Sulle 30 tonnellate di plastica necessarie alla fabbricazione delle sedute per il Centro Acquatico, circa una tonnellata è il risultato di una raccolta cittadina di tappi di bottiglia. Questi tappi gialli e bianchi apportano pigmenti di colore alle sedute bianche, realizzate principalmente con plastica riciclata da bottiglie di shampoo. Una volta selezionata e raccolta la plastica, i tappi vengono frantumati e lavorati nello stabilimento Le Pavé® di Aubervilliers. Durante questo processo non viene aggiunta alcuna resina alla plastica, che viene semplicemente riscaldata, compressa e poi raffreddata.

La copertura prima descritta risolve contemporaneamente le esigenze strutturali, acustiche ed estetiche. Il tetto filtra la luce, raccoglie l’acqua piovana e cattura l’energia dal sole grazie agli oltre 4.600 m² di pannelli fotovoltaici che lo ricoprono (il più esteso impianto urbano in Francia); la sua forma concava contribuisce a ridurre sensibilmente i costi energetici riducendo il volume interno da riscaldare o condizionare. All’intradosso è integrato un sistema di pannelli fonoassorbenti.

All’esterno, le lamelle frangisole in legno douglas avvolgono l’edificio con funzioni di protezione acustica, aeraulica e solare.

La passerella pedonale

La realizzazione del Centro Acquatico è completata da una passerella che lo collega allo Stade de France sovrappassando l’autostrada A1, la cui struttura è costituita da due travi scatolari in acciaio che sorreggono un solaio sottile, sempre in acciaio (vedi la seconda foto in alto). Gli elementi a trave delineano la silhouette del ponte, proteggendo i pedoni dal rumore delle autostrade e consentendo la vista della nuova area urbana.

Durante le Olimpiadi questa passerella sarà dedicata, per l’intera larghezza, all’intenso flusso di visitatori in movimento da un impianto sportivo all’altro; dopo i Giochi sarà riconfigurata con una sistemazione paesaggistica che la trasformerà in una sorta di piazza attrezzata, con spazi verdi ed elementi di arredo urbano (vedi assonometria qui sopra).

La collaborazione tra i due studi di progettazione autori dell’OAC nasce dall’incontro tra due architette associate: Laure Mériaud dei francesi Ateliers 2/3/4 e Cécilia Gross degli olandesi VenhoevenCS. L’unità di vedute tra le due personalità ha dato luogo a un gruppo di lavoro di livello europeo che ha lavorato unitariamente su questo ambizioso ed emblematico progetto per Saint-Denis.