Gare per le piscine di Milano: in difficoltà nonostante il Partenariato

L’avvio della riqualificazione della piscina Scarioni, dato per certo vista la proposta di Partenariato Pubblico Privato formulata da GOfit, si è arenato per il mancato raggiungimento dei requisiti minimi richiesti dal bando.

Il complesso della piscina Scarioni oggi (Google Earth).

Nello “Speciale Acqua” di Tsport 352, la scorsa estate, avevamo tracciato il futuro delle piscine pubbliche milanesi che, a fronte delle difficoltà di gestione diretta, erano in procinto, in alcuni casi, di entrare in una fase di rinnovamento grazie al Partenariato Pubblico Privato, un meccanismo che consente di azzerare i rischi per l’Ente pubblico, garantendo al privato investitore di realizzare gli utili a fronte di una concessione ultra trentennale.

Due interventi erano stati attivati con questa formula, entrambi a partire da una proposta del gruppo spagnolo Ingesport Health and Spa Consulting S.A, che gestisce impianti sportivi in Europa con il marchio GOfit (e oggi denominato Go Fit Life Science & Technology SA).

Il primo di questi è il Lido di Milano, i cui lavori di rigenerazione sono in corso e dureranno fino al 2025.

Lo stesso gruppo aveva depositato la proposta di partenariato per la riqualificazione della piscina Scarioni, nella zona di Niguarda, chiusa dal 2018, con la collaborazione progettuale dell’architetto Benedetto Camerana: proposta approvata e messa in gara con scadenza del bando al 16 ottobre scorso.

La gara ha lo scopo di verificare se ci sono proposte più valide rispetto a quella presentata, e solitamente il proponente iniziale rimane il vincitore.

In effetti anche in questo caso è pervenuta un’unica offerta, quella del proponente GOfit.

Il 4 marzo è stata aperta la busta, ma la Commissione di gara ha ritenuto necessario chiedere integrazioni all’operatore economico: integrazioni esaminate poi il 3 aprile.

La Commissione ha quindi assegnato il punteggio ai diversi elementi dell’offerta tecnica, riportando un totale di 29,90 punti, inferiori al minimo di 42 previsto per poter aprire la busta con l’offerta economica. Pertanto, benché il proponente fosse l’unico partecipante alla gara, l’11 giugno ne è stata decretata l’esclusione. Con determina dirigenziale la gara è stata così dichiarata deserta.

Allo stato attuale, quindi, la piscina Scarioni resta senza progetto e senza un programma di futura riqualificazione.

Il Comune di Milano deve ora prendere una decisione procedurale per evitare di perdere l’occasione di una esistente manifestazione di interesse al partenariato; sicuramente tarderà ancora il tempo in cui la Scarioni potrà riaprire i battenti.