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Con un andamento delle segnalazioni di lavori nell’impiantistica sportiva che ha ormai assunto il ritmo di “prima del PNRR”, è interessante questo mese rilevare la differenza tra l’entità dei progetti che sono effettivamente oggetto di gare d’appalto e quelli che risultano “finanziati”, “approvati” o comunque in programmazione.

Su una cinquantina di bandi di gara pubblicati nel mese di giugno (alcuni rientrano nelle tabelle della “programmazione” in quanto ancora non scaduti e altri nei “lavori in corso” perché alla data di uscita di questa newsletter i bandi sono già chiusi), possiamo subito notare che nel 46% dei casi si tratta di opere di manutenzione, ordinaria o straordinaria, di impianti sportivi esistenti; se a questi aggiungiamo il 16% di sole forniture e il 4% di servizi di manutenzione, si vede che per due terzi i bandi sono riferibili a opere non particolarmente incisive sul panorama impiantistico sportivo.

Fanno eccezione una delle gare bandite per le Olimpiadi invernali (e precisamente il sistema di innevamento per le piste di Livigno) e cinque gare di project financing, o Partenariato Pubblico Privato, che notoriamente comprendono una quota di gestione dell’impianto oltre alla sua realizzazione.

Si può d’altronde verificare anche il valore economico delle gare, che nel 56% dei casi hanno una base d’appalto inferiore a 500.000 euro.  Un altro 20% rientra tra i 500.000 e il milione, il 18% tra 1 e 10 milioni, e il rimanente rientra senz’altro nei meccanismi del project financing citato prima.

Più lungimiranti sono, come sempre, i progetti previsti per il futuro: tra quelli finanziati, approvati, anche solo “presentati”, le proporzioni in termini di valore si invertono: il 65% supera il milione di euro, e solo il 28% rimane al di sotto dei 500.000.

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