L’impegno per la rigenerazione urbana, quando scende alla scala locale si rende esplicito nei singoli interventi che un’azienda di lunga esperienza come Fratelli Anastasi sta svolgendo a favore delle fasce più sensibili della popolazione: quella scolastica da un lato e quella dei reclusi nelle case Circondariali dall’altra.
Colloquio con Giuseppe Anastasi di Fratelli Anastasi Impianti Sportivi
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Campo da calcetto nella Casa Circondariale “Bicocca” di Catania.
Dalle scuole alle carceri, con lo sport la rigenerazione è sociale
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Fra gli esempi più recenti del lavoro svolto dall’azienda in Sicilia ricordiamo in questo articolo i campi di calcio a cinque realizzati tra le mura delle Case Circondariali di Catania e di Messina, e alcuni interventi nelle scuole siciliane.
A questo proposito, abbiamo posto alcune domande a Giuseppe Anastasi.
Fratelli Anastasi ha un’esperienza più che trentennale nelle costruzioni stradali e soprattutto nell’impiantistica sportiva. Cosa vuol dire per voi affrontare oggi i temi della rigenerazione urbana e sociale?
Riteniamo che ogni azione e quindi anche costruzione vada contestualizzata. Negli anni del boom economico, nella maggior parte dei casi, si pensava a costruire palazzi e strade senza avere una precisa programmazione urbanistica relativa alla vivibilità ed ai bisogni dei cittadini. Oggi la visione urbanistica, fortunatamente, è cambiata e la cosiddetta rigenerazione prevede spazi sociali di aggregazione. Parte di questi spazi ospitano impianti sportivi aperti con la possibilità di esercitare liberamente attività sportiva e parchi giochi per i bambini. Noi siamo disponibili a collaborare sia nella progettazione che nella realizzazione dei lavori relativi ad entrambe le attività.
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Che risposte avete avuto da parte delle istituzioni carcerarie e degli utenti dopo la realizzazione dei campi da calcetto all’interno delle case circondariali di Catania e Messina?
Lavorare all’interno delle Case Circondariali è sacrificante in quanto già per entrare è un problema. Ogni attività deve essere sottoposta al vaglio delle autorità interne. Questo sacrificio però è compensato dalla soddisfazione di sapere che quanto stiamo realizzando servirà a rendere meno gravosa la mancanza di libertà. Normalmente, da alcune celle il campo è visibile e sentire l’entusiasmo dei carcerati che vedendo crescere di giorno in giorno il manufatto manifestano la speranza di potere giocare e tirare calci ad un pallone dà la certezza che si sta realizzando qualcosa che, oltre ad essere un lavoro, è un modo per cercare di dare sollievo a chi è stato meno fortunato.
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(Notizia a cura di Fratelli Anastasi Impianti Sportivi)