Palestra di Bergamo: intervista ai progettisti di Settanta7

Intervista agli architetti Gianmarco Fontana e Klejna Nasto del team di Settanta7 sul progetto della palestra in quartiere S. Tomaso a Bergamo.

In via Tobagi, in quartiere S. Tomaso de’ Calvi a Bergamo, è stata realizzata una nuova palestra: il progetto di Settanta7 si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione che abbraccia anche il parco adiacente, infondendo nuova vitalità e identità. Della palestra di Bergamo abbiamo parlato in questo articolo.

Sulla palestra di Bergamo, che rappresenta oggi un riferimento preciso nel landmark nel contesto urbano, abbiamo rivolto alcune domande al team dello studio Settanta7, che ne ha seguito progetto e realizzazione, in particolare agli architetti Gianmarco Fontana, Partner & Program Manager e Klejna Nasto, Construction Owner, parte del team interno di direzione lavori.

In quali direzioni è andato l’approfondimento del tema progettuale per questa palestra, nel suo essere “singolare e appropriata”? Quali sono state le scelte vincenti nella progettazione, pensando all’impianto sportivo come “luogo” che deve essere sostenibile, sicuro e rappresentativo?

Gianmarco: Il progetto si è sviluppato fin da subito in due direzioni principali: da un lato, la creazione di un edificio iconico e riconoscibile nel contesto urbano; dall’altro, la realizzazione di uno spazio funzionale e accogliente, fortemente richiesto dalla comunità di San Tomaso de’ Calvi e adatto sia alle associazioni sportive che agli abitanti del quartiere.

Commissionata dal Comune di Bergamo, la nuova palestra progettata da Settanta7 non è solo un impianto sportivo, ma un tassello di un progetto più ampio di riqualificazione urbana. Integrata con il parco adiacente, contribuisce a dare nuova energia alla zona, rafforzando il legame tra il quartiere e la città. Un luogo che non solo accoglie lo sport, ma diventa parte attiva, favorendo connessioni e occasioni di incontro.

La sicurezza chiaramente è stata una priorità: ogni spazio è stato pensato nel rispetto delle normative CONI, garantendo ambienti accessibili, inclusivi e adatti a diverse discipline. Un’architettura che accoglie, tutela e rende lo sport alla portata di tutti.

Dettaglio esterno della palestra di Bergamo, progetto di Settanta7

Ma questa palestra è anche un simbolo. Con il suo design contemporaneo e la sua struttura “aperta”, si afferma come un nuovo punto di riferimento per il quartiere San Tomaso de’ Calvi e per l’intera città di Bergamo. Non solo un luogo dove allenarsi, ma uno spazio che invita alla socialità, all’incontro e alla condivisione, trasformando lo sport in un’esperienza collettiva che va oltre il campo di gioco.

Quanto ha pesato il contesto dell’edificato presente nel luogo di costruzione della palestra sul pensiero ideativo e sullo sviluppo del progetto?

Gianmarco: Il contesto urbano e l’ambiente circostante hanno avuto un ruolo centrale nella concezione e nello sviluppo del progetto. Come spesso accade in Settanta7, è proprio l’analisi del contesto a guidarci nella progettazione, permettendoci di creare un intervento in sintonia con il territorio e le sue esigenze. L’obiettivo, in questo caso, era rispondere ai bisogni della comunità locale e del quartiere, ampliando l’offerta di spazi per lo sport, il tempo libero e gli eventi nella località di S. Tomaso.

L’inserimento della palestra nel Parco Ovest ha influenzato molte scelte progettuali, tra cui il forte dialogo tra interno ed esterno. Questo rapporto è particolarmente evidente nel prospetto est, caratterizzato da un’ampia apertura curvilinea che permette a spettatori e giocatori di mantenere un contatto visivo con il paesaggio circostante, pur restando all’interno della struttura.

Perché la scelta di una realizzazione strutturale interamente in legno? È una soluzione sempre ipotizzabile oppure evidenzia criticità o controindicazioni in alcuni casi specifici?

Klejna: La scelta di prediligere le costruzioni in legno è per Settanta7 una vera e propria scelta di campo sin dalla nascita dello studio, che mira a un approccio sostenibile ed efficace alla progettazione e al cantiere. In questo caso, inoltre, la struttura in elevazione interamente in legno non è stata solo una decisione tecnica che ha permesso il superamento di alcune luci estese nel campo da gioco, ma un preciso elemento distintivo del progetto. Il legno lamellare, utilizzato per la reticolare a vista, non si limita a garantire solidità e stabilità, ma diventa parte integrante del design, dando ritmo agli interni e caratterizzando lo spazio con la sua presenza.

Il legno crea naturalmente un dialogo con l’ambiente esterno, favorendo una continuità visiva tra l’interno e il paesaggio circostante. La luce naturale, filtrando attraverso la vetrata, esalta la texture del materiale e amplifica la percezione dello spazio. A completare questa armonia materica, il parquet sportivo chiaro rafforza l’idea di fluidità e coerenza tra gli elementi.

Oltre agli aspetti strutturali ed estetici, la scelta del legno risponde anche a un preciso obiettivo di sostenibilità. Il materiale impiegato è certificato PEFC, a garanzia della sua provenienza da foreste gestite in modo responsabile, riducendo così l’impatto ambientale dell’intervento.

In totale, sono stati impiegati 300 m³ di legno lamellare per la struttura principale e 90 m² per elementi secondari. L’utilizzo di componenti prefabbricati, unito a una gestione efficiente del cantiere, ci ha permesso di ottimizzare i tempi di montaggio, riducendo gli sprechi di materiale e migliorando l’efficienza complessiva del progetto nelle fasi realizzative.

Quello che si è attuato è quindi un vero e proprio ribaltamento di prospettiva rispetto alle tempistiche tipiche di tecnologia costruttive più “tradizionali”: grazie alla collaborazione con Rubner Holzbau e Techne, l’investimento di risorse e coordinamento in una progettazione estremamente accurata, che prevede il semplice assemblaggio di elementi fabbricati negli stabilimenti con un margine di imprecisione ammesso molto ridotto, ha consentito la conduzione di un cantiere con impiego di manovalanze molto qualificate ma in numero estremamente ridotto e con una produzione oraria altissima.

L’intero lavoro è stato completato in tempi record, riuscendo a combinare velocità e qualità senza compromettere il risultato finale. Questo successo dimostra come la sinergia tra le parti coinvolte, unita a soluzioni innovative e a un forte impegno verso la sostenibilità, possa dare vita a progetti efficaci e a lungo termine.

Palestra di via Tobagi a Bergamo: focus su Settanta7

Settanta7 è uno studio di architettura fondato nel 2009 da Daniele Rangone ed Elena Rionda, che oggi conta 12 soci e oltre 130 collaboratori distribuiti in cinque sedi: Milano, Torino, Tirana, Lione e Lisbona.

Dal 2014, l’adozione della tecnologia BIM permette a Settanta7 di progettare in modo agile e collaborativo riducendo l’impatto economico e ambientale, realizzando architetture innovative che riducono l’impronta di CO2 grazie all‘adozione di materiali ecologici

Tra gli altri progetti di Settanta7 pubblicati sui nostri canali, citiamo la Cittadella scolastica di Castel Volturno e la scuola di Borgosatollo.