Il punto sui Giochi del Mediterraneo, disponibili i primi 167 milioni

L’altro evento internazionale del 2026, dopo i Giochi Olimpici invernali, è anch’esso oggetto di ritardi e incertezze: ma con le procedure in deroga i lavori partiranno anche a Taranto. Approvato, a 26 mesi dall’evento, un primo programma delle opere.

Le tribune scoperte dell’attuale Stadio Iacovone di Taranto (Foto New2021 / Lic. Creative Commons)

È stato pubblicato il decreto interministeriale di approvazione del “Programma delle opere infrastrutturali relativo ai XX Giochi del Mediterraneo – Taranto 2026”, un atto promulgato dal Presidente del Consiglio dei Ministri d’intesa con la Regione Puglia e di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR e il Ministro per lo Sport e i Giovani.

Sono così stati assegnati i fondi (167.675.000 euro) per i primi 27 interventi, cui seguirà una seconda tranche per raggiungere un totale di 275 milioni.

Gli interventi compresi in questo decreto riguardano fra gli altri, a Taranto, lo stadio Iacovone, lo stadio del nuoto, il centro sport nautici e il PalaRicciardi.

La procedura straordinaria

Come abbiamo già riferito, è Sport e Salute S.p.A. a progettare i lavori di realizzazione dello stadio Iacovone e del nuovo PalaRicciardi di Taranto, in base a un accordo firmato lo scorso gennaio tra il Commissario straordinario Massimo Ferrarese e dall’Amministratore Delegato, Diego Nepi Molineris, alla presenza del Presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma, scorciando i tempi di assegnazione (mentre è di MDU il progetto dello stadio del nuoto).

Ma sono passati altri cinque mesi, e dopo la progettazione affidata senza gara a Sport e Salute, è necessario accelerare i tempi anche per l’esecuzione dei lavori.

A fine maggio, l’Avvocatura dello Stato ha dato parere favorevole all’adozione di una procedura negoziata (quindi in deroga al Codice degli appalti che richiederebbe un bando europeo), in virtù della situazione di “estrema urgenza” dovuta a “fatti imprevedibili da parte della stazione appaltante” (individuabili, questi, nelle vicende che hanno portato al commissariamento del Comitato organizzatore e alle incertezze sulle competenze dei diversi Enti in via costituzionale).

I grandi eventi dunque continuano a mostrare l’incapacità di organizzare per tempo e di seguire le regole, agendo principalmente con il criterio dell’emergenza.

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